L’albero di Giuda, o una primavera di 1984 anni fa

albero-di-GiudaL’albero più splendido della primavera, coi suoi grappoli rosa fucsia aggrappati ai rami scuri, è il cerquim siliquastrum, o siliquastro, più comunemente conosciuto come albero di Giuda.

E’ davvero un peccato che un albero così bello, dalla fioritura eclatante e duratura, sia rimasto legato al ricordo di un evento tanto efferato – almeno così è stato nei racconti del catechismo – quale il tradimento perpetrato da Giuda Iscariota ai danni di Gesù. Ma non al tradimento l’albero è legato, bensì al suicidio di Giuda che, sembra per la vergogna, ai rami di quest’albero si impiccò.

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Sin da bambina ho sempre un po’ dubitato di questa versione della storia, che pure vanta certificatori di tutto rispetto. In realtà il mio dubbio – ho sempre avuto molti dubbi nella mia ormai lontana cattolicissima infanzia – era questo: se Gesù doveva morire per salvare il genere umano, e questo sacrificio era essenziale, allora il povero Giuda era solo uno strumento nelle mani di Dio, e dunque non poteva essere considerato colpevole. Ma no, mi si rispondeva, perché esiste pur sempre un libero arbitrio e Giuda poteva decidere di non tradire Gesù. Si, però il mondo non sarebbe stato salvato. No, Dio avrebbe trovato un altro modo per salvare il mondo. Ma se poteva farlo, perché non lo ha fatto lasciando in pace il povero Giuda? Insomma, un’altalena di domande e risposte che, con gli occhi di oggi, mi ricordano tanto una vite senza fine, o quei certi discorsi con  persone che presentano tanti problemi ma non hanno mai soluzioni. Come non sembrava ci fosse soluzione al problema di Giuda.

Poi, tanti anni fa lessi Finzioni di Borges e lo ritrovai. Anche Borges, come me e molto meglio di me, si era interrogato  a proposito dell’assurdo destino di questo apostolo che per una cifra ridicola avrebbe venduto il proprio amato maestro. Attraverso le parole del fittizio teologo Nils Runeberg, autore della fittizia opera Cristo e Giuda, Borges dà la sua versione dei fatti, ed è una versione molto affascinante: in realtà il vero figlio di Dio non era Gesù, ma Giuda, il quale aveva dovuto scendere tutti i gradini dell’abiezione umana, compreso il tradimento e il suicidio, per poter compiere il disegno segreto di salvare il mondo. Se non ricordo male, nel racconto di Borges Gesù appare come uno specchietto per le allodole che nasconde il vero predestinato: Giuda.

Ci sono poi stati  La gloria di Giuseppe Berto e L’ultima tentazione di Cristo di Kazanzakis.  Anche il mio amato José Saramago, nel Vangelo secondo Gesù Cristo del 1991 (http://bibliosfera.myblog.it/2014/05/03/il-vangelo-secondo-gesu-cristo-jose-saramago/),  ribalta la tesi riconosciuta: Gesù Cristo – un Cristo molto umano che cerca in tutti i modi di sfuggire al destino che lo aspetta – bacia Giuda per ringraziarlo di ciò che ha fatto per lui, come se volesse dirgli”il mio cuore è pieno solo di amore per te”. Strani indizi, supposizioni, conoscenza gnostica di grandi scrittori visionari?

Nel 1978 viene ritrovato in Egitto un manoscritto copto, risalente al quarto secolo dopo Cristo: il Vangelo di Giuda.

Una rigorosa analisi ha stabilito che il manoscritto fosse stato redatto in lingua greca tra il 130 ed il 170 dopo Cristo e poi trascritto in altre lingue tra cui, appunto, il copto. Dopo molte peripezie e divieti di natura religiosa, finalmente nel 2006 è stato tradotto e pubblicato da una equipe di esperti, ad opera della National Geographic Society.

Questo manoscritto, oggi reperibile in rete, rientra in quelli che vengono definiti vangeli gnostici, secondo i quali, per dirla con parole semplici, fino al momento della venuta del Cristo gli uomini adoravano un Dio secondario, minore, anche cattivo se vogliamo, e Cristo sarebbe venuto a rivelare l’essenza del vero Dio. Il ruolo di Giuda, in questa rivelazione, era di rendere possibile una tale realizzazione: Gesù disse: “vieni, io posso insegnarti i segreti che nessuna persona ha mai visto. Perché là esiste un Regno grande e illimitato, la cui estensione nessuna generazione di angeli ha visto, nel quale c’è un grande spirito invisibile, che nessun occhio di angelo ha mai visto, nessun pensiero del cuore ha mai compreso, e non è mai stato chiamato con alcun nome”.

In un tale contesto, il ruolo di Giuda è quello di provocare l’evento che mostrerà la divinità del Cristo, e l’azione è frutto di un accordo tra i due, Cristo e Giuda.

“In verità ti dico, questo battesimo vi segnerà con il mio nome e vi porterà a me. Ma tu li supererai tutti perché sacrificherai l’uomo che mi riveste. Già il vostro corno è stato alzato, la vostra collera è stata accesa, la vostra stella brilla intensamente, ed allora l’immagine grande della generazione di Adamo sarà innalzata, per prima al cielo. La terra e gli angeli, quella generazione, che proviene dai regni eterni, esiste. Vedi, hai sentito tutto. Alza in alto i tuoi occhi e guarda la nube e la luce all’interno di essa e le stelle che la circondano. La stella che mostra il cammino è la tua stella”.

I loro sommi sacerdoti mormoravano perché lui era andato nella stanza degli ospiti per la sua preghiera. Ma là alcuni scribi lo stavano guardando con attenzione per arrestarlo durante preghiera, poiché erano impauriti della gente, perché era considerato da tutti come un profeta. Si avvicinarono a Giuda e gli dissero, “Che cosa stai facendo qui? Tu sei un discepolo di Gesù.” Giuda gli rispose quello che desideravano. Ricevette dei denari e lo consegnò a loro.

 Poiché del manoscritto si è perduta la fine, non è dato sapere il motivo del suicidio di Giuda. Forse, vedendo la morte del suo amico e maestro, ha dubitato di colui in cui aveva così fermamente creduto? Se avesse aspettato tre giorni ad uccidersi, avrebbe scoperto di avere avuto ragione a credere, e non torto?

Quale versione della storia è più corretta? Non è dato sapere, e non è poi così importante. Ciò che mi tranquillizza, finalmente, è che sia stata ristabilita l’innocenza di Giuda, ingiustamente condannato, come Caino.

fiori-dell'albero-di-giudaAllora a questo punto voglio azzardare anche io un’ipotesi a proposito dell’albero che porta il suo nome. Credo che la sua stupenda fioritura, nel periodo esatto in cui avvenne tutto questo – una dolce e tremenda primavera di 1984 anni fa (anno più anno meno) –  sia una forma di tenerezza di quel misterioso dio, nascosto agli occhi di tutti, nei confronti di Giuda, condannato per una colpa considerata tale solo da chi non ebbe la fortuna di conoscere tutta la storia. E, se la conoscenza passa attraverso il mangiare un frutto, questo spiegherebbe anche perché l’albero di Giuda non ne produca di commestibili.

http://www.biblia.org/documenti-tabella/approfondimenti-culturali/77-39/file.html

 

Foto di MT. Schiavino e G.Caignard

L’albero di Giuda, o una primavera di 1984 anni faultima modifica: 2017-04-11T21:23:39+02:00da bibliosaura
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