Un Viaggio (tra Coperchia e il Nord)

 

Questa sera, scendendo da sola in auto verso il mare
(voi siete partiti
da giorni, io cerco
come posso di ingannare l’assenza)
– verso la città di mare, nascosta
dietro una fila sottile di colline –
giusto a metà strada, all’incrocio, proprio là dove la via
si restringe di molto, e c’è una curva –
ho incontrato l’autobus, il solito autobus giallo
di tutti i giorni – solo che questa volta andava a FRUYTVEB.
Qui i nomi dei luoghi non hanno tante consonanti,
mi sono detta, e le vocali sono per lo più aperte
(io vivo qui da sempre, conosco
la lingua che si parla)
e mi sono detta:
– Toh, guarda, un villaggio sconosciuto,
quasi irlandese, e si trova proprio vicino a noi, se
ci arriva l’autobus che porta a casa nostra…
L’autobus arrancava
sulla salita, la sera viola
dietro di sé (una sera appena appena
calante, estiva, con nuvole
striate dal maestrale…) carico
di tutti quei passeggeri stranieri
che andavano a Fruytveb…
e c’erano tre ragazze
sui sessant’anni, tre amiche da sempre
probabilmente, marciavano a braccetto
al centro della strada (che si stringe un po’ in quel punto,
come ho già detto).
Ed ecco che io, e l’autobus con la sua scritta
FRUYTVEB
ci fermiamo in attesa
che le tre donne avanzino,
a braccetto, liberino la strada…
Eravamo, è certo, in un tempo un po’ spostato
(verso nord, forse?) un tempo-luogo altrove
– come se un viaggio mi fosse avvenuto, all’improvviso, imprevisto –
e mi sono chiesta, mentre le donne procedevano
un poco traballanti, dove si comprano
i biglietti per Fruytveb, e se potremo andarci
a piedi, magari, per il sentiero segreto,
quando sarete tornati (una domenica mattina, l’aria piena
dell’odore dei cibi prelibati, pranzo domenicale
di Fruytveb…)
Intanto ho comprato una penna
per strada (certo, un poeta
che gira senza penna non è proprio un poeta, ma che gioco
l’attesa e le parole a scrivere, che mi ballavano in testa!)
ho comprato una penna per raccontarvi, subito,
dell’autobus per Fruytveb,
questo villaggio appena scoperto –
confinante col nostro, modesto, abituale
Coperchia.

Coperchia, agosto 2002

Un Viaggio (tra Coperchia e il Nord)ultima modifica: 2017-03-22T16:08:06+01:00da bibliosaura
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