“Peccato che non avremo mai figli” di Giuseppina La Delfa, un viaggio nelle conquiste dell’amore

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Questa volta ho il piacere di parlare del libro di qualcuno che conosco di persona. Il libro si intitola “Peccato che non avremo mai figli”, pubblicato per le edizioni Aut aut, e l’autrice è Giuseppina Ladelfa, insegnante di lingua francese all’università degli studi di Salerno.
Giuseppina racconta di una storia d’amore. Ma la cosa non è così semplice né così banale come potrebbe sembrare (di storie d’amore ce ne sono tante, soprattutto di amori infelici): lei racconta, con un’emozione evidente, la sua propria storia. Una storia a me nota per sommi capi, ma che, a leggerla sulla carta stampata, acquista una connotazione diversa, quella di un percorso di conoscenza di sé proprio per il mezzo della scrittura.
“Stamattina, martedì 2 marzo 2016, mi sono svegliata dicendo a me stessa: dai, alzati, vai a scrivere che voglio conoscere il seguito. E’ buffo. Il seguito lo conosco, non sto inventando nulla. E’ la mia storia. Ma sono stupita io stessa di ciò che viene fuori, dei ricordi che tornano a galla e di come le parole tirano altre parole e di come un racconto porta a un altro racconto”.
Questo è il senso profondo della scrittura. Le parole scritte, incatenate l’una all’altra, rivelano senso e danno senso.
Giuseppina racconta di una storia d’amore che nasce nell’adolescenza, nel 1982, ed è oggi ancora viva e vegeta, in piena fioritura. Un amore maturo, che ha trovato nutrimento e vigore nelle lotte e nelle conquiste personali e civili. In questo senso, è anche una scoperta della possibilità della durata, della capacità di costruire materialmente ed emotivamente dimensioni di senso, di trovare in sé e nell’altr* una forza che converge e si moltiplica, ed è capace di cambiare il mondo circostante. Il racconto della “scoperta” di questo amore e della determinazione nel coltivarlo, nel difenderlo dalle aggressioni sociali, nel farlo crescere a dispetto dell’ostilità circostante trasformandolo in una sfida continua, comunica un sensazione di energia dirompente che straborda dalla pagina e ci inonda tutti.
Il libro è un manifesto dell’amore tra Giuseppina e Raphaelle – dimensione privata – ma anche manifesto dell’amore omosessuale e della lunga lotta contro l’invisibilità, l’imbarazzo, il misconoscimento e la paura del giudizio; ma è, soprattutto, manifesto dell’affermazione di un diritto naturale a essere quel che si è e a pretendere quel che hanno gli altri: una felicità alla luce del sole, una famiglia, dei figli. E il riconoscimento giuridico di questo diritto, con tutte le ricadute di garanzie e tutele sancite dalla legge. Il libro si ferma alle soglie di scelte personali importanti – il desiderio di procreare, rimasto nascosto fino a un certo punto (l’orologio biologico?) – che diventa prepotente e vincente. Così il titolo del libro – espressione di una convinzione nata nel momento stesso della scoperta dell’amore, dettata dalle convenzioni sociali del tempo – viene sconfessato, perché il tempo stesso, e la forza prepotente del desiderio, pian piano sgretolano quella convinzione spalancando nuovi territori, nuove possibilità. Sicuramente una seconda parte racconterà degli ultimi quindici anni, delle lotte intraprese e portate avanti per il riconoscimento sociale e civile delle famiglie Arcobaleno, una realtà ormai riconosciuta a dispetto di tutti coloro che vogliono negarne le vittorie.
“Era il tempo in cui non ero lesbica, ero solo una donna che ama un’altra donna”. Questo dovrebbe essere l’incontro fra due esseri umani. Senza definizioni, etichette, caselle. Una persona che ama un’altra persona come Josephine ama Raphaelle (e viceversa). Mi rimane la domanda su chi sia la fanciulla nella foto di copertina: forse è l’immagine di un futuro tutto da inventare?

https://www.autautedizioni.it/prodotto/peccato-non-avremo-mai-figli/

“Peccato che non avremo mai figli” di Giuseppina La Delfa, un viaggio nelle conquiste dell’amoreultima modifica: 2018-07-12T18:54:03+02:00da bibliosaura
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