Jean Claude Izzo, trilogia marsigliese: Casino totale, Chourmo, Solea

Ho finalmente letto la Trilogia di Fabio Montale, L’ho letta tutta d’un fiato, travolta dalla scrittura carnale e innamorata di Izzo che mi ha letteralmente trascinata nelle strade di una città che ho molto amato, e che conosco bene. Ritrovare gli odori, i colori, i rumori di Marsiglia, la luce dei suoi cieli puliti dal mistral, il sale del suo mare mi ha causato una forma di delirio. Sono stata accanto a Montale nei suoi giri, sono entrata in ogni posto in cui lui è entrato, mi sono tuffata nel mare della Goude, ho bevuto pastis alla Pleine. Perché, benché tratti di storie poliziesche, Izzo racconta soprattutto la città che lo ha accolto bambino, una città piena di vita e di storie, di violenza e di amore.
L’impressione è che Izzo abbia scritto in quei momenti di “ivresse” quando, sotto l’effetto dell’alcol, tutto diventa magico e commovente e sembra di toccare quasi il mistero della vita e della felicità, che torna a sfuggirci appena passata l’ubriacatura.

Molto spesso la biografia di Izzo e quella di Montale si sovrappongono, gli elementi della vita dell’autore entrano nel libro, lo animano e lo rendono vivo. Per esempio le descrizioni del Panier, uno dei più antichi quartieri di Marsiglia, abitato negli anni 60-70 del secolo scorso dagli emarginati della città, dai più poveri, i più reietti: una zona out of bounds dove la violenza era di casa. Il Panier è il quartiere in cui è cresciuto jean-claude Izzo, figlio di emigranti italiani poverissimi e che pure riuscì a ritagliarsi in questa città un ruolo di primo piano come giornalista politico e di cronaca, rivelando gli Intrecci tra politica e malaffare. È proprio su questi intrecci tra politica malavita mafia che indaga il poliziotto Fabio Montale, eroe tenebroso e personaggio poetico anche nel nome che l’autore ha voluto attribuirgli, cresciuto nel Panier e destinato a una vita di violenze, da cui si è salvato scegliendo di fare il poliziotto (ma si è trattato soltanto di scegliere tra due diversi tipi di violenza),
Attraverso le storie, o meglio i casi di Fabio Montale Izzo racconta la miseria, la disperazione, le aspettative del mondo della sua infanzia attraverso un genere, il poliziesco, che però egli è capace di rielaborare completamente contraddicendo alcune delle regole che lo governano. Tra quelle elencate dallo scrittore S. S. Van Dine sicuramente la n. 16 e la 19, ma anche la 5,. Ma i generi sono fatti per essere trasgrediti, o per dare vita a un genere altro, come in questo caso: il noir mediterraneo, in cui l’ambientazione, le atmosfere, i personaggi vivono di per sé e non solo per la storia, dove la realtà entra a pie’ pari, dove il “poliziotto” può anche essere sconfitto, ma ci sarà sempre qualcosa a salvarlo: un buon piatto cucinato da mani amiche, una notte di pesca sotto la luna, la musica.
Il bene e il male, la notte e il giorno, il rumore e la musica. Dal fragore della città sempre in movimento Montale si difende e si cura con il mare e soprattutto con la musica. Il rap marsigliese, le note pure del jazz, Ray Charles, Thelonius Monk, Gianmaria Testa, Paco De Lucia, i ritmi magrebini costituiscono la colonna sonora di questa trilogia da gustare con tutti i sensi, col cuore e con la mente.

Jean Claude Izzo, trilogia marsigliese: Casino totale, Chourmo, Soleaultima modifica: 2022-06-14T15:46:33+02:00da bibliosaura
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