Anestesie

Quella volta ci sono finita, in ospedale. Non per mia colpa naturalmente, anche se, secondo certe teorie psicosomatiche, noi siamo i nostri peggiori nemici e tutto quello che ci accade è un autosabotaggio dell’inconscio. Allora può essere, perché il periodo era a segno negativo e desideravo tanto un po’ di riposo. Tutto era cominciato con una stupida influenza intorno a … Continua a leggere

Attempate sirene (Ultimo racconto per Sara)

Sono distesa sulla mia stuoia da yoga sotto un albero del parco vicino casa. Al momento è la soluzione più fresca, in questa estate che comincia a farsi minacciosa già a fine giugno. Sono qui a guardare il cielo attraverso le fronde del melograno, individuando tra i rami qualche frutto, ancora acerbo, che risalta più scuro sul verde squillante delle … Continua a leggere

Il rapitore punito. Un racconto di mia zia

Ieri con mia zia novantatreenne, a partire da una frase che mi girava in testa, abbiamo ricostruito una storia che lei mi raccontava quando ero una bambina affamata di storie e lei una giovane zia di campagna che non aveva voluto imparare a leggere e scrivere ma aveva una grande capacità di raccontare storie che aveva ascoltato da altri. Questa … Continua a leggere

Un’altra Euridice

Mi ha sempre affascinato la storia di Orfeo ed Euridice. Un uomo che riesce ad avventurarsi nel regno dei morti per riportare alla vita la compagna amata e perduta per sempre ci dà il segno della grandezza dell’amore e dell’immensità della perdita di una persona cara. Ma il fatto che l’impresa fallisca per l’ansia di Orfeo di voltarsi a guardare … Continua a leggere

Cercando Euridice. Un racconto per il giorno dei morti.

Era il primo novembre, le cinque del pomeriggio, ma sembrava notte fonda. Faceva buio da almeno un’ora e il cielo plumbeo buttava giù pioggia a rovesci. I fari del camion illuminavano una strada di campagna solitaria e desolata. Ai bordi, ombre vaghe al posto dei soliti alberi. Luca aveva fretta di arrivare a casa. Viaggiava senza sosta da tre giorni … Continua a leggere

Viaggi di un giorno. Porquerolles

Questo è un viaggio e allo stesso tempo un racconto. Il racconto di un viaggio di tanto tempo fa, in cui si sono insinuati, quasi prepotentemente, dei personaggi. Ricordo il vento, il profumo dei pini, del mare, la coppia di innamorati sul traghetto. E come la storia ha preso forma mentre tornavo a casa. “Quel mattino Angèle sentiva una piccola … Continua a leggere

Frammenti di un’epopea suburbana, ovvero avventure di una pendolare

Questi frammenti sono vecchiotti, ormai le cose vanno un po’ meglio sui nostri autobus, che hanno persino cambiato nome. Ma la domanda fatidica: “Passerà? Non passerà? E’ già passato?” è sempre lì, ad ogni fermata e ogni attesa, in agguato. 29 settembre Mi piace viaggiare in autobus. Ho usato l’auto per tutta la vita, ma adesso posso prendere la vita … Continua a leggere

Le labyrinthe

Digressione

cropped-strada-angolo.jpgC’était comme si tout cet énorme pays était à toi, soit toi, et je roule sur ton grand corps endormi je le parcours du nord au sud dans toutes les variations du paysage, du jaune des champs d’été  au vert de la mer lointain au marron des arbres perdus dans la campagne je le parcours avec une affection qui est très à côté de l’amour, qui est de l’amour, c’était plutôt comme si ce pays était aussi a moi, comme si nous étions roi et reine de ce royaume immense qui est un pays qui est tu qui dort et je te parcours avec mes doigts sans oser te frôler, dans l’errance nous avions suivi des routes ignorées par les autres, des routes qui nous ont mené jusqu’ici a ce moment du rêve ou on est aussi proche à se toucher à l’ombre d’un nuage poussé et repoussé par le mistral et l’air est vide de bruits comme dans tous les rêves  qui j’ai rêvé jusqu’ici il y à une musique comme des noms de villes qui quelques-uns récite et cette-ci est une histoire d’errance ou une femme et un homme se rencontrent dans un labyrinthe, c’était comme se trouver dans un labyrinthe creusé dans le temps et les champs, et duquel on a pas envie de sortir  même s’il y à de la peur dans l’air peur qui le labyrinthe s’efface soudain de la surface de la terre, c’était comme la pluie d’un matin de septembre quand on a enfin perdu l’envie du soleil et l’ombre nous est chère, c’est comme une petite pluie qui tape sur le sable du labyrinthe en racontant une histoire pleine de beaux mots et que des mots pour la reine de l’errance qui ne peut pas s’arrêter et la pluie ne peut pas s’arrêter et les mots coulent et coulent et coulent ne peuvent pas s’arrêter en arrêtant les mots  le labyrinthe s’efface