Un cetaceo così grande che le scaglie rugose del dorso accolgono ghiacci e ospitano faggete sterminate attraversate da sentieri e mulattiere che cambiano colore a seconda delle stagioni, scavate da corsi d’acqua invisibili. L’acqua delle sue viscere si è trasformata in laghi sotterranei che confluiscono nelle immense grotte scavate nel suo corpo vuoto.
A volte si distendono in pianori coperti d’erba dove solo ogni tanto affiora il bianco sotterraneo delle ossa. Mandrie di mucche di cavalli, famiglie di cinghiali la abitano. Di notte, sotto la luna, le pietre sembrano mucche e le mucche sembrano pietre.
Visto da lontano, nella luce di un tramonto estivo, le sue cime assumono l’aspetto di un profilo umano.
Arrampicarsi sulla vetta più alta è un’esperienza straniante. C’è solo la voce del vento che fischia e piega la vegetazione mentre si sale, una pietra dopo l’altra, e toglie il respiro.