(il suo scheletro, la città fantasma)
– – Before leaving I want to see it all!
(sui vecchi selciati il palinsesto della Storia continuamente si aggiorna)
Al passaggio dei mezzi pesanti tremano le vecchie pietre
In bilico al crinale del passato
Fisso le murate dell’Alessandrino coloro d’argilla e deserto
E dalle pieghe del tempo si fanno più vicine
La madre e la sorella di Ben Hur nelle loro bende di lebbra…
It’s moving – dice qualcuno alle mie spalle, mentre contemplo
Dalla salita Tarpea la distesa dei Fori
E l’alemanna in età da marito consegna alla foto
Il suo sorriso mortale su sfondo di eternità
(ma la visione è disturbata da un persistente odore
Di merda di cavallo)
Intanto tra Torre Argentina e Trastevere, sul tram n. 8
Il piccolo suonatore slavo strappa note dolenti alla sua fisarmonica
E piange
perché tutti fingono di non sentire la musica, e la tazza
degli spiccioli è vuota.
E poiché nessuno lo paga, il bambino
Cerca conferme con gli occhi*
*(alla propria esistenza)
E sfrena la sua fisarmonica
nell’ultima fatale danza tzigana prima del terminus.
L’obliteratrice sputa fuori il biglietto, la spia
rossa si accende
Guardiamo con sospetto la giovane astigmatica
Dal capo velato di nero, per timore
Che estragga la pistola a bolle di sapone e ci
Spari tutti
Mentre è ancora in corso la digestione del dolce kasher
Farcito di uva passa, canditi e mosto cotto.
“Su un cimitero di vittime di purghe staliniane passerà un’autostrada”
(La moglie di Krushov mi ricorda
Stranamente mia nonna, vecchia montanara.)
In controluce un bambino scalzo lancia una pietra
Contro un carro armato
– Ancora Davide contro Golia
(il palinsesto della Storia continuamente si aggiorna)
Il proprietario del giornale si accorge che sbircio
Le notizie, ma un grido – Capolinea! – e siamo espulsi tutti
Insieme, vomitati quasi
Sui resti di antichi edifici a destinazione ignota.
Dormiremo all’albergo Mille Stelle, nelle Terre di Mezzo
Non temere mia sposa
Anche se non comprendi, anche se non lo vuoi
(questa è la vera news)
Partorirai la Storia
Roma ottobre 2001. Poesia pubblicata nel febbraio 2002 sulla fanzine “La Chimera”.