Viaggi di un giorno. Cronaca di un capodanno

E veniamo ora a parlare del Capodanno. Già il suo nome reca un inganno. Puoi leggere capo d’anno (inizio di anno) ed è la lettura ortodossa, canonica, quella a cui siamo abituati. Ma lo possiamo leggere anche in altro modo, sopprimendo l’apostrofo, e allora avremo Capo Danno, inizio del danno. Insomma non siamo messi bene con questo nome. L’inganno non … Continua a leggere

viaggi di un giorno: Roma

  –          Regarde, la ville ancienne… (il suo scheletro, la città fantasma) –          – Before leaving I want to see it all!          (sui vecchi selciati il palinsesto della Storia continuamente si aggiorna) Al passaggio dei mezzi pesanti tremano le vecchie pietre In bilico al crinale del passato Fisso le murate dell’Alessandrino coloro d’argilla e deserto E dalle pieghe del … Continua a leggere

Viaggi e francobolli

Immagine

u-topos

 

 Per molti anni il mio desiderio di viaggiare si è alimentato delle suggestioni provenienti  dalla collezione di francobolli di mio padre. All’inizio non si trattava di una collezione nel vero senso della parola: era piuttosto una massa informe di buste affrancate, reperti del  girovagare nel mondo (suo e dei suoi amici e conoscenti)  per lavoro. Una collezione dell’emigrazione. Anche mio papà è stato emigrante. Lui non ha mai avuto la pazienza né il tempo di sistemarle, così  un’estate della mia adolescenza – eravamo appena arrivati in una città nuova e non avevo nessun amico ancora – forse per pietà della mia noia lui mi ha messo in mano tutti i suoi francobolli. Così ho cominciato a occuparmene, con vaschette d’acqua, pinzetta e lente d’ingrandimento. C’erano moltissimi doppioni. Ne ho scelto uno di ognuno e li ho  sistemati in un album, suddivisi per paesi. Avrei potuto scegliere altri criteri: per argomento (fiori, ricorrenze, alberi, ritratti, quadri, etc etc.,) ma ho scelto di farlo per paesi. Ognuno nei propri confini con le proprie storie, date, ricorrenze, celebrazioni, ma a a stretto contatto con gli altri , in una geografia del tutto inventata da me.  Era incredibile quanta suggestione ci fosse in quei piccoli rettangoli dentellati che portavano nomi esotici: Trinidad e Tobago, El Salvador, Colombia, Messico, Venezuela, Panama, Ecuador, Argentina, Finisterre, Canadà (come si pronunciava allora), USA; Australia ..  e, più vicini, l’Ungheria, la Romania, la Francia, La Repubblica Helvetica, l’Inghilterra, il Belgio, l’Ellade…

Mi piacque tanto che cominciai anche io a cercare buste affrancate nelle soffitte di chiunque conservasse corrispondenze dell’emigrazione.  Piccoli frammenti di mondi e di storie continuavano a farmi sognare. Dopo il primo album ne riempii diversi altri,  fino a che altre cose della vita presero il sopravvento (mi feci degli amici, forse… 🙂 )

Ma gli album sono rimasti sempre lì, a tenermi compagnia. Ogni tanto li sfogliavo e osservavo le immagini alla lente d’ingrandimento. Qualcuno si era scolorito, qualcuno si era incollato, qualche dentino mancava, ma  erano sempre lì, coi loro confini più sicuri e pacifici che nella realtà.  Qualche decennio fa, poco dopo la caduta dell’Unione Sovietica, in un mercatino improvvisato ho fatto il mio colpo grosso, trovando un  intero album di pezzi non affrancati provenienti dalla ex CCCR. Anche per quei francobolli, come per i venditori, si trattava del primo viaggio fuori dei confini del loro grande paese. Così va il mondo. 

Ho ricevuto corrispondenza dalla Francia ,con tutte le serie di francobolli illustrati e indirizzi scritti in bella grafia.

La mia collezione è cresciuta nel tempo.

Ha un grande valore, ma solo per me. Il valore è sentimentale (proustianamente parlando) perciò, giunta all’età in cui mio padre me l’aveva data, l’ho a mia volta passata di mano, conservandone però l’usufrutto. Continuo a divertirmici. Ancora oggi cerco di accaparrarmi qualunque busta affrancata (tranne quelle della posta celere, che non possiedono alcun fascino).

Lo so, raccogliere francobolli è una passione d’altri tempi. Oggi nessuno lo fa più, solo i collezionisti veri. Comprano francobolli nuovi, che non hanno mai viaggiato, non portano timbri e sono ancora attaccati al loro foglietto madre, e vengono rinchiusi senza aver mai visto davvero il mondo, senza portare notizie dal mondo, neanche il più piccolo timbro tranne, a volte, un annullo speciale. Forse i francobolli si stampano ormai solo per questa categoria di collezionisti, avendo perso la loro funzione di un tempo: raramente scriviamo lettere o mandiamo cartoline da luoghi lontani, piuttosto foto in diretta tramite social.  

 

I miei francobolli  mi riportano indietro nel tempo, mi fanno venire voglia di giocare. Mi sembra che la loro bellezza non possa ridursi a stare nascosta in un album. Allora ne ho utilizzati alcuni  per delle creazioni di “poesia postale” come quella nell’immagine in alto a destra, del 1994, ma ripresa varie volte, fino all’ultima, 2006. 

U-topos @di Maria Teresa Schiavino

Miracoli e miracoli: passeggiate della memoria nei paesaggi dell’infanzia

Più passa il tempo più mi accorgo che è meglio non rifare, se non con la memoria, certi viaggi del passato, perché il confronto con la realtà può essere deludente. Allora è meglio riviverli nella memoria, i luoghi, legare l’un l’altro ricordi personali e storia reale, miti e suggestioni, tempi e date diversi per ricostruirsi a modo proprio quegli itinerari … Continua a leggere

Passeggiando per Londra con Virginia

 Dedicato a virginia Woolf.   At Angel Station un vento  selvaggiamente soffia, trascina gli Angeli e gli autobus rossi verso il cielo grigio fumo…   Fiumi di tempo scorrono nel mio quaderno segreto come  nei  Virginia’s lost gardens (l’erba si è fatta più gialla, più antica, come i profumi dei fiori e le voci degli uccelli)   Fiumi e fiumi … Continua a leggere

Poésie de pur paysage

Écrire le calme stupéfait Des hautes plaines sans humains Les mers vertes, les vagues Longues des pâturages Le silence des puys dormants, des orgues qui ont arrêté le chant de leur chanson de lave   Là où des coques dérivent, D’un noir brillant et rare Sous la lumière chaude D’un astre qui s’éclate   Nage lente une vache Dans le … Continua a leggere

Le labyrinthe

Digressione

cropped-strada-angolo.jpgC’était comme si tout cet énorme pays était à toi, soit toi, et je roule sur ton grand corps endormi je le parcours du nord au sud dans toutes les variations du paysage, du jaune des champs d’été  au vert de la mer lointain au marron des arbres perdus dans la campagne je le parcours avec une affection qui est très à côté de l’amour, qui est de l’amour, c’était plutôt comme si ce pays était aussi a moi, comme si nous étions roi et reine de ce royaume immense qui est un pays qui est tu qui dort et je te parcours avec mes doigts sans oser te frôler, dans l’errance nous avions suivi des routes ignorées par les autres, des routes qui nous ont mené jusqu’ici a ce moment du rêve ou on est aussi proche à se toucher à l’ombre d’un nuage poussé et repoussé par le mistral et l’air est vide de bruits comme dans tous les rêves  qui j’ai rêvé jusqu’ici il y à une musique comme des noms de villes qui quelques-uns récite et cette-ci est une histoire d’errance ou une femme et un homme se rencontrent dans un labyrinthe, c’était comme se trouver dans un labyrinthe creusé dans le temps et les champs, et duquel on a pas envie de sortir  même s’il y à de la peur dans l’air peur qui le labyrinthe s’efface soudain de la surface de la terre, c’était comme la pluie d’un matin de septembre quand on a enfin perdu l’envie du soleil et l’ombre nous est chère, c’est comme une petite pluie qui tape sur le sable du labyrinthe en racontant une histoire pleine de beaux mots et que des mots pour la reine de l’errance qui ne peut pas s’arrêter et la pluie ne peut pas s’arrêter et les mots coulent et coulent et coulent ne peuvent pas s’arrêter en arrêtant les mots  le labyrinthe s’efface

Bosco, un viaggio nel tempo

La strada che da Marina di Camerota sale per Lentiscosa e porta di nuovo al mare di Scario è quasi un viaggio all’indietro nel tempo. Pianori aridi e gialli a strapiombo sul mare precedono  un paesaggio che cambia all’improvviso per diventare quasi montano, con l’imponente massiccio del monte Bulgheria a dominare la verde vallata di San Giovanni a Piro. Ampi … Continua a leggere

Radiocronaca di una corsa all’autobus

Nel momento in cui esco dal portone l’autobus n. 6 transita dalla fermata con alcuni minuti di anticipo sull’orario senza incontrare alcun ostacolo né di passeggeri né di semaforo e si dirige liscio come l’olio verso la fermata successiva dove avrei potuto ancora acchiapparlo se ci fosse stata almeno una macchina a bloccare il traffico o una vecchina ad attraversare … Continua a leggere