Radiocronaca di una corsa all’autobus

Nel momento in cui esco dal portone l’autobus n. 6 transita dalla fermata con alcuni minuti di anticipo sull’orario senza incontrare alcun ostacolo né di passeggeri né di semaforo e si dirige liscio come l’olio verso la fermata successiva dove avrei potuto ancora acchiapparlo se ci fosse stata almeno una macchina a bloccare il traffico o una vecchina ad attraversare la strada, allora taglio per il sottopasso della ferrovia cercando di raggiungere la quinta fermata dopo la mia, corro per un po’ poi mi dico che non ne vale la pena perché sicuramente data la giornata tranquilla con le scuole chiuse l’autobus non troverà rallentamenti neppure alle altre fermate, me la prendo comoda, parlo al gatto nero che abita sotto il ponte, guardo verso la finestra della mia amica che prende il secondo caffè della giornata, arrivo alla quinta fermata e il sei mi sfila sbeffeggiante sotto al naso col suo carico leggero. Subito dietro c’è il 27, mi dico che non va bene per me perché a un certo punto svolta a destra e mi porterebbe fuori strada poi un’illuminazione, il 27 salta alcune fermate perciò con un po’ di fortuna potremmo superare il 6 e io potrei scendere dal 27 e salire sul 6 prima che il 27 giri per via Irno, mi metto a fianco all’autista e faccio il tifo per il sorpasso, anch’io dovrei prendere il 6 dice una ragazza, speranzosa, ma ecco che un camion della spazzatura si intromette sulla strada, un camion della spazzatura a quest’ora, ma che cavolo ci fa, non dovrebbe uscire alle sei del mattino, il 6 riesce a sganciarsi e fila via veloce, il 27 è costretto a rallentare e mettersi dietro al camion che se la fa al centro della strada. Si è creata una fila chilometrica, il 6 si allontana indisturbato ma ecco che il camion della spazzatura accosta, il 27 lo sorpassa con eleganza e fila via sulla strada libera, chiedo all’autista quante fermate ancora prima di svoltare? Due, lui mi dice, intanto siamo alla fermata, il 6 è fermo davanti a noi, il semaforo rosso gli impedisce di passare ma ha già chiuso le porte, chissà se ce le riapre, l’autista del 27 suona il clacson all’autista del 6, gli fa un cenno dal finestrino e quello ci apre le porte, noi scendiamo al volo e saltiamo sul 6 che ci ha gentilmente aperto le porte, è fatta, il semaforo diventa verde il 6 continua diritto il 27 svolta a destra, cado stremata su un sedile libero, mancano ancora otto fermate per arrivare a destinazione. Gol.

Radiocronaca di una corsa all’autobusultima modifica: 2014-04-24T14:45:32+02:00da bibliosaura
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