Frammenti di un’epopea suburbana, ovvero avventure di una pendolare

Questi frammenti sono vecchiotti, ormai le cose vanno un po’ meglio sui nostri autobus, che hanno persino cambiato nome. Ma la domanda fatidica: “Passerà? Non passerà? E’ già passato?” è sempre lì, ad ogni fermata e ogni attesa, in agguato. 29 settembre Mi piace viaggiare in autobus. Ho usato l’auto per tutta la vita, ma adesso posso prendere la vita … Continua a leggere

L’albero di Giuda, o una primavera di 1984 anni fa

L’albero più splendido della primavera, coi suoi grappoli rosa fucsia aggrappati ai rami scuri, è il cerquim siliquastrum, o siliquastro, più comunemente conosciuto come albero di Giuda. E’ davvero un peccato che un albero così bello, dalla fioritura eclatante e duratura, sia rimasto legato al ricordo di un evento tanto efferato – almeno così è stato nei racconti del catechismo – … Continua a leggere

Un Viaggio (tra Coperchia e il Nord)

  Questa sera, scendendo da sola in auto verso il mare (voi siete partiti da giorni, io cerco come posso di ingannare l’assenza) – verso la città di mare, nascosta dietro una fila sottile di colline – giusto a metà strada, all’incrocio, proprio là dove la via si restringe di molto, e c’è una curva – ho incontrato l’autobus, il … Continua a leggere

La nascita del libro, di Henry Jean Martin

Un testo molto bello, immancabile nei pascoli di una Bibliosaura, è questo in cui Henry Martin racconta la nascita del libro come oggetto fisico quale lo conosciamo oggi. Un lungo excursus nei secoli della prima rivoluzione tipografica, di cui si narrano gli attori (tipografi, editori, stampatori, incisori, fonditori di caratteri) i luoghi, le macchine e le opere. La nascita del … Continua a leggere

Parole trovate tra le macerie dell’utopia. I fiori del male russi. Antologia di scrittori russi di fine secolo

  Questo è un vecchio articolo, ritrovato in una vecchia cartella del 2002. Ma si tratta di letteratura, e la letteratura è sempre attuale, soprattutto quando si  narra di una frattura, quando testimonia una cesura col passato che non si potrà mai più saldare. Questi racconti segnano il passaggio dalla letteratura sovietica a una letteratura ancora senza nome, che il … Continua a leggere

Viaggi di un giorno. Gli Alburni

Il massiccio degli Alburni è un grande cetaceo addormentato, arenato sulla piana al tempo mitico delle grandi maree e lì pietrificato, con la testa avvolta nelle nuvole ma orientata verso il nord, verso le grandi distese di ghiaccio ormai irraggiungibili. Un cetaceo così grande che le scaglie rugose del dorso accolgono ghiacci e ospitano faggete sterminate attraversate da sentieri e … Continua a leggere

3 romanzi sulla Biblioteca

Sono una Bibliosaura, perciò il mio pascolo preferito è la biblioteca. Sono fortunata perché ho potuto starci tutti i giorni, per anni, e conoscerne molti segreti. Ad esempio, nelle biblioteche ci sono molti libri che parlano di biblioteche.  Strano? Non tanto.  La storia delle biblioteche e la loro natura  – di cui parlerò un’altra volta – ne ha fatto  una metafora … Continua a leggere

Le square, di Marguerite Duras. La solitudine del presente.

Questa volta non voglio parlare di una lettura recente, ma di una fatta tanto tempo fa, il cui ricordo non è sbiadito nella mia memoria, nonostante il testo fosse in francese (mi pare sia ancora inedito in Italia). Lo considero un po’ uno di quei libri che “ti cambiano la vita”. O, per non usare un’espressione così grossa, almeno uno di … Continua a leggere

Un treno per “Il paese delle nevi”. Riflessioni sul romanzo di Yasunari Kawabata

  “Campi deserti – la luce delle stelle – sui bucaneve.” Potrò mai prenderlo questo treno e arrivare anch’io al pese delle nevi? Ho ritrovato il libro tra i mille di una vecchia biblioteca. Le pagine sono ingiallite, qua e là delle macchie più intense. Kawabata è uno scrittore della mia giovinezza, e allora ho cominciato a rileggerlo per vedere che … Continua a leggere

Viaggi di un giorno. Cronaca di un capodanno

E veniamo ora a parlare del Capodanno. Già il suo nome reca un inganno. Puoi leggere capo d’anno (inizio di anno) ed è la lettura ortodossa, canonica, quella a cui siamo abituati. Ma lo possiamo leggere anche in altro modo, sopprimendo l’apostrofo, e allora avremo Capo Danno, inizio del danno. Insomma non siamo messi bene con questo nome. L’inganno non … Continua a leggere