Una porta socchiusa

Uno dei momenti migliori dell’estate scorsa è il tempo di Romena. Romena è una piccola pieve sull’Appennino toscano dove avvengono cose stupefacenti. Ne ho tanto sentito parlare che, io agnostica materialista nel senso lucreziano, mi sono lasciata portare dalle mie amiche a un seminario dal titolo “La debolezza è la tua forza”. Il seminario lo ha tenuto Antonietta Potente, teologa, … Continua a leggere

L’anima stanca delle coincidenze

Fabio Stassi, ogni coincidenza ha un’anima Non mi piace parlare male dei libri e dunque non lo farò neanche questa volta. Dirò soltanto che, pur apprezzando il grande lavoro alla base dell’opera dello scrittore, la storia che ne è venuta fuori non mi ha afferrato alla pancia, la scrittura non mi ha preso e avvolto nelle sue spire come un … Continua a leggere

Piccolo racconto zen 2

A lungo nella vita ci si sente spettatori. L’infanzia e l’adolescenza sono i primi momenti del grande spettacolo. Si sta a guardare per apprendere il più possibile, non solo a scuola, per poter entrare nell’agone a pieno titolo. È un momento meraviglioso, proprio nel senso di “pieno di meraviglia”. Il tempo scorre lentissimo, si possono sentire persino i movimenti di … Continua a leggere

rethoriké techné, l’arte della parola

Da molto tempo mi domando il perché delle continue illusioni e disillusioni che caratterizzano la nostra vita di cittadini attivi e politicamente impegnati. Figure vecchie e nuove si affacciano alla scena politica, ci parlano, ci affabulano, ci convincono e poi, dopo il voto, puntualmente ci deludono. Anni  trascorsi a ragionare di politica, a esaltarsi, arrabbiarsi con pochi risultati concreti. Una parte … Continua a leggere

L’albero di Giuda, o una primavera di 1984 anni fa

L’albero più splendido della primavera, coi suoi grappoli rosa fucsia aggrappati ai rami scuri, è il cerquim siliquastrum, o siliquastro, più comunemente conosciuto come albero di Giuda. E’ davvero un peccato che un albero così bello, dalla fioritura eclatante e duratura, sia rimasto legato al ricordo di un evento tanto efferato – almeno così è stato nei racconti del catechismo – … Continua a leggere

3 romanzi sulla Biblioteca

Sono una Bibliosaura, perciò il mio pascolo preferito è la biblioteca. Sono fortunata perché ho potuto starci tutti i giorni, per anni, e conoscerne molti segreti. Ad esempio, nelle biblioteche ci sono molti libri che parlano di biblioteche.  Strano? Non tanto.  La storia delle biblioteche e la loro natura  – di cui parlerò un’altra volta – ne ha fatto  una metafora … Continua a leggere

Qualche riflessione random sul natale

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Ai bambini piace molto il Natale, agli adulti meno.  Ma gli adulti sono stati bambini anche loro, e dunque c’è stato un momento della loro vita in cui il Natale ha cominciato a dispiacergli.  Questo è un fatto.  Perché ai bambini piace il Natale e agli adulti non piace più?  Come venire a capo di questo assurdo rompicapo che ricorda in qualche modo … Continua a leggere

Shi (Poesia): un film sulla parola poetica o un film sull’indifferenza?

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Ho appena visto  Shi (Poesia), del regista coreano Lee Chang-dong, Un film fatto di materiali minimi, popolato di personaggi marginali ridotti al loro minimo comun denominatore – l’umanità (nel senso, così ben descritto da John Donne, del loro essere parte della stessa condizione umana).

Il film racconta della ricerca della bellezza e della banalità del male. Della bellezza che nasce nonostante il male, anzi forse proprio dal male germoglia.

Nella prima scena c’è un fiume, e la corrente trascina il corpo senza vita di una ragazzina.

Poi c’è un’anziana donna, ancora bella, che cerca di scrivere una poesia. Cerca una fonte di ispirazione intorno a sé, tra gli alberi, nel canto degli uccelli, nelle nuvole, ma dalla matita escono parole senza forza, banali. Intanto intorno a lei un mondo sordido prende il sopravvento, la circonda e cerca di sopraffarla. La donna si muove come in un sogno tra la sua ricerca poetica e la necessità di risolvere un problema vitale. Ma è anche attanagliata dal dolore che questo problema le causa, dalla incapacità di parlare con l’unica persona a lei vicina, un adolescente coinvolto in un crimine.

Perché questa è l’altra faccia di Shi: accanto alla spasmodica ricerca della parola ” che squadri da ogni lato / l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco /lo dichiari e risplenda come un croco / perduto in mezzo a un polveroso prato” c’è la rivelazione di vivere in un mondo atrocemente indifferente al dolore, un mondo anestetizzato in cui  non esistono sentimenti come il rimorso, la vergogna, il rispetto,l’amore, In cui sembra essere caduto anche l’ultimo tabù, quello della preziosità di una vita umana.

La ragazza violentata e spinta al suicidio da un branco di minorenni diventa merce di scambio, oggetto di contrattazione. Ragazzi indifferenti a tutto guardano cartoni dopo aver partecipato a uno stupro di gruppo.I loro padri si preoccupano unicamente di pensare al “futuro dei ragazzi”, autori della violenza senza mostrare il minimo cenno di riprovazione per il gesto compiuto. . Mi-ja deve adattarsi con i suoi mezzi a questo imperativo sociale.

Tenerezza, rabbia e pena si avvicendano nella sua mente, minacciata dall’Alzheimer. E da questo groviglio di sentimenti nasce finalmente la poesia che cercava, le parole della pena per la ragazza morta sgorgano in una composizione dolente che si snoda sulle ultime scene del film e sulla sua finale disparizione. La sostituzione della sua immagine di anziana signora con quella dell’adolescente morta, della sua voce tremante con quella delicata della ragazzina fanno pensare a una totale immedesimazione con quel dolore, con quella perdita, che non può finire se non nella perdita di se stessa.

La rivelazione più conturbante del film è questa.  Mi-ja sembra essere l’unica persona a provare ancora sentimenti umani, seppur confusi. Condivide l’esperienza del dolore e ne resta imprigionata. Compie un’azione riprovevole, e ne resta segnata.  Gli altri continuano la loro vita senza scosse interiori, senza traumi.

Cosa vuol dire? Che la poesia è qualcosa di anacronistico, di fuori luogo nel mondo contemporaneo? un orpello ridicolo proveniente da altri tempi? Ma gli altri tempi non hanno vissuto anch’essi le stesse forme atroci di violenza,  le hanno narrate poeticamente?

Mi viene in mente l’Avventura di un poeta nella raccolta Gli amori difficili di Italo Calvino. Un poeta viaggia in un paradiso del sud insieme alla sua bellissima donna, in canotto costeggiano delle grotte, e lei ad un tratto si spoglia e si tuffa e la bellezza del suo corpo si fonde con la bellezza della natura circostante, del mare verde e azzurro, coi riflessi della luce nel buio delle grotte: un’immagine potente che il poeta non ha parole per descrivere, mentre ne trova a milioni quando, poco dopo, incontra i poveri e laceri pescatori, le loro facce scavate dal sole e dalla miseria.

Forse, se nel mondo non ci fosse il dolore, non ci sarebbero né la letteratura né la poesia. Non ce ne sarebbe bisogno. Forse la potenza della parola poetica non consiste nel raccontare  la bellezza – inenarrabile – ma nel trasformare, per una specie di processo alchemico o di sublimazione,  il male del mondo in materiale poetico.  Chissà.

 

 

 

 

Passeggiando per Londra con Virginia

 Dedicato a virginia Woolf.   At Angel Station un vento  selvaggiamente soffia, trascina gli Angeli e gli autobus rossi verso il cielo grigio fumo…   Fiumi di tempo scorrono nel mio quaderno segreto come  nei  Virginia’s lost gardens (l’erba si è fatta più gialla, più antica, come i profumi dei fiori e le voci degli uccelli)   Fiumi e fiumi … Continua a leggere

Charlie e Ahmed

Io sono Charlie, ma sono anche Ahmed. Sono uno dei tanti milioni di individui che vuole vivere in pace, ridendo, scherzando, credendo o non credendo,  ma in pace con gli altri. Sono il disegnatore satirico e sono il poliziotto che lo proteggeva. Sono l’ostaggio trucidato.Sono l’individuo comune che non riesce a capacitarsi e non riesce a trovare un senso alle … Continua a leggere